giovedì 20 settembre 2012

Un bel due dita

L'immagine parla chiaro, due dita di sedimenti. E' la prima volta che, al termine della prima fermentazione, i sedimenti sono così tanti. Sabato col travaso se ne perderà la maggior parte, ma il quantitativo mi impressiona comunque. Nel frattempo la densità è scesa a 1010, la fermentazione tumultuosa è praticamente terminata e, insomma, sono curioso di sapere se l'abbiamo fatta uguale sta James Blonde! Manca solo un mese e mezzo all'assaggio... se resisto...
Nel frattempo abbiamo implementato l'attrezzatura con due fermentatori da 50 litri, in plastica, a 30 euro l'uno! Visto il prezzo (rispetto a quelli sul web) non si poteva certo dire di no.


E visto che c'ero mi sono anche procurato la Gregorius, la birra del nuovo birrificio / monastero trappista austriaco di Engeszell. Domenica si prova.

lunedì 17 settembre 2012

Qualche magagna

Sabato si è proceduto a brassare la seconda versione della James Blonde, con l'intenzione di incrementarne il corpo perdendo solo mezzo grado di alcool. Se ci saremo riusciti lo sapremo tra qualche settimana.
In compenso questa volta un po' di cose non sono girate al meglio, capita e ci mancherebbe che non fosse così, ma nel mezzo si ha sempre l'impressione di mettere una pezza qui e là e non è un bel sentire.
Ho iniziato io ad arrivare con la testa troppo piena di robe da fare, complice anche un esame che avrò domenica prossima, e quindi con una concentrazione non ottimale a gestire i vari passaggi (vedi il mash out a 78° che stavo saltando...), poi problemi con il mulino macina granaglie, problemi con la gestione delle temperature, problemi con il quantitativo di mosto prodotto relativamente alla nostra attrezzatura (25 litri sono il limite di gestione invalicabile per ora), bicchieri che sono spariti, insomma... 
A parziale discolpa c'è il fatto che l'unica All Grain l'abbiamo fatta a giugno e poi, per vari motivi e impegni, abbiamo dovuto rimandare a metà settembre, tre mesi dopo, riducendo così la pratica e la consuetudine meccanica di alcuni passaggi fissi, come il mash out.
Nel finale si è aggiunto il lievito della Wyeast che, con queste nuove confezioni dove si deve rompere il contenitore interno dell'attivatore, ci creano sempre parecchie difficoltà. Non so, è durissimo da rompere sto sacchettino interno, e alla fine ci siamo accorti (dopo averlo inoculato) di averne rotto solo uno su due, ma porc...
Così, dopo aver piazzato il fermentatore in cantina abbiamo sperato che tutto si svolgesse bene, e dopo una mezza giornata di immobilità (apparente), il lievito ha finalmente deciso di fermentare togliendoci qualche preoccupazione.
Ora attendiamo di verificare se i travagli di sabato porteranno buone nuove, in attesa della prossima James Blonde, con le novità del diverso luppolo e del dry hopping. Stay tuned!

martedì 11 settembre 2012

Bruxelles, le weekend de la biére

L'Atomium
Finalmente ci sono andato, sono riuscito a visitare una delle università della birra: il Belgio. Non tutto il Belgio, magari, in un weekend mi sono limitato a Bruxelles e Bruges che in ogni caso meritano. Bruxelles vale un giro, magari non ha tantissimo da vedere ma la città bassa e, in parte, l'aristocrazia della città alta meritano una visita. Il centro intorno alla Grand Place è un dedalo di viuzze, a volte fin troppo turistiche, altre più riservate, ma comunque caratteristiche. 
La Grand Place
La Grand Place dicevo, una piazza tra le più belle del mondo che, dalle foto, mi immaginavo più grande. Non che sia piccola, ma nemmeno una piazza d'armi, un gioiellino. Circondata da questi eleganti palazzi del 1600 ha un'atmosfera unica, il Weekend de la Biére si svolgeva lì, con tutti gli stand al centro della piazza, più di 300 birre, una cinquantina di produttori e una marea di gente.
L'atmosfera è bella, nonostante l'evidente ubriachezza non c'è gente molesta. Il sabato è una giornata con il cielo blu, rara se non unica in Belgio, c'è fila a prendere i gettoni per degustare ma l'abbiamo presa per tempo. Alle 11,15 siamo dentro e assaggiamo due birre di Strubbe: la blanche Vlaskop e la Oud Bruin Ichtegem's, normale la prima, ottima la seconda.
Usciamo, andiamo a fare una visita da Cantillon che è appena fuori dal centro, nel quartiere di Anderlecht. Anche qui la visita vale ampiamente i 6 euro (con due degustazioni). E' un birrificio unico, perchè è l'unico in città a fare birre a fermentazione spontanea, perchè usa ancora macchinari originali di inizio '900, per le sue gueuze, i lambic, le kriek e le framboise. Una volta che sai cosa ti aspetta con una birra acida, impari ad apprezzarle. Per fare le kriek e le framboise usano da 200 a 300 grammi di frutta per litro di birra, che è tanto, e nella birra finale si sente tutta quella frutta. Un giro che non mi scorderò, e soprattutto la prossima volta ci vado in auto anzichè in aereo...
Torniamo alla fiera e ci immergiamo nella folla. E' difficile raggiungere gli stand, a volte è davvero tantissima la gente. Così una volta prese due birre dal birrificio Roman ci piazziamo in due metri quadri liberi, in piedi. Al nostro fianco un tavolino di quelli dove ti appoggi solamente, vede sei signori di mezza età che se la raccontano, tra di loro un tomo di migliaia di pagine che recita in copertina: All Belgian Beers. Tutte! Così continuano a sbirciare e, dai e dai, ci invitano a stare al tavolo con loro. Gentili e simpatici questi sei uomini di Birmingham, venuti appositamente per il festival. Ci hanno offerto del cibo, abbiano riso, parlato e scherzato passando una bellissima giornata con loro. E alla fine ci hanno pure domani i gettoni avanzati!
Nel proseguire del pomeriggio mi hanno visto passare gli stand di Het Anker, Sint Bernardus e Slaghmuylder. Così pochi direte voi? Già, perchè gli "assaggi" erano da 25 cl, una birra piccola abbondante insomma, con gradazioni medie tra i 7° e gli 11°. Le ultime 4 tripel da 9° l'una mi hanno abbastanza provato, anzi, ci hanno provato perchè anche Patti che curiosava e prendeva una seconda birra dallo stesso birrificio, ha avuto le sue brave difficoltà. La sera in camera ero davvero provato, ma al mattino seguente, avendo avanzato ancora dei gettoni, siamo andati ancora alla fiera, tanto il volo di ritorno partiva nel pomeriggio.
Bruges
Non è stato facile ingollare altra birra, per quanto buona, ma chiacchierando con altri due signori americani che condividevano il nostro tavolo, alla fine ce la siamo goduta anche domenica mattina, passando dagli stand di Palm per la Rodenbach Grand Cru, da Bavik per la Petrus Dubbel Bruin, da Boon e da Stubbe.
Interessanti tutti, nonostante il nostro stomaco borbottante.
Bruges, il Markt
Le birre che mi hanno colpito, tra sabato e domenica, sono state: Ichtegem's Oud Bruin di Stubbe, Gouden Carolus Hopsinjor (Blonde non filtrata) di Het Anker, la Witkap Stimulo di Slaghmuylder e la Petrus Dubbel Bruin di Petrus (Bavik), una stranissima via di mezzo tra una dubbel e una bruin. Dimenticavo, venerdì siamo andati nella bellissima Bruges, cittadina medievale tenuta benissimo e, con un po' più di tempo, da visitare con calma. Abbiamo fatto una tappa al birrificio De Halve Maan che è in pieno centro storico. Buona la Brugse Zot blonde ma la Dubbel della stessa versione era davvero notevole. Evito la descrizione delle birre, ma se le trovate in giro non fatevele mancare.
Le Brugse Zot di De Halve Maan
Senza il festival, a Bruxelles non mancano i posti per bere bene e con una scelta enorme. In testa metterei il Moeder Lambic, 40 spine e 6 pompe (senza contare le 400 bottiglie) per una varietà di scelta che fa paura, e anche con qualcosa da mangiare. Poi il Delirium che ha un'ottima scelta alla spina e 2000 bottiglie, ma è troppo incasinato e il (poco) cibo è davvero troppo caro, è il locale più frequentato in centro. Non abbiamo fatto in tempo ad andare al Biére Circus di cui ne parlano molto bene, sarà per la prossima volta. Per gli acquisti birrari non fatevi mancare un giro al De Bier Tempel, giusto dietro la Grand Place, da lacrime...

Il tempo non rispetta quel che è fatto senza di lui. (Cantina di Cantillon)

lunedì 10 settembre 2012

Finalmente All Grain!

La James Blonde
Dopo la pausa estiva un po' prolungata, ci sono stati un po' di lavori di ristrutturazione in questo blog, anzi, il blog è nuovo di zecca per cui, se siete arrivati fin qui, ben ritrovati.
Il Birrificio 120 si muove, i suoi componenti assaggiano, si interessano, studiano e un pezzetto alla volta ci si sposta in avanti, cercando di migliorare quel che fin qui abbiamo fatto. Come dice il titolo, dopo 4 imbevibili birre da estratto (latta) e 2 da estratto + grani (una buona weizen e una pessima IPA, lievito di m...) abbiamo deciso di passare alla tecnica All Grain, e con soddisfazione direi, anche se il culo del principiante è sempre in agguato. Ci sarà da vedere se la seconda versione manterrà le aspettative.
Il passaggio era fortemente voluto, anche se l'impiego di tempo è notevolmente aumentato, siamo passati da un paio d'ore delle latte a circa 7 ore per l'AG. Il divertimento però è direttamente proporzionale al tempo impiegato. Dopo vari assaggi per decidere quali stili di birra fare, si è deciso per una Blonde Ale più beverina e una Porter più robusta, ma non troppo, che vedrà la luce nei prossimi mesi. Meglio lasciare da parte, per ora, le birre che richiedono più lavoro di cantina (le basse fermentazioni ad esempio), così da fare esperienza su stili più "facili", anche se fare della buona birra non è mai facile, anzi.
Comunque, la nostra James Blonde ha visto la luce a fine giugno, colore tra il paglierino e il dorato, leggermente velata, un amaro presente ma non aggressivo (circa 30-35 IBU) e un buon profumo vegetale e pepato dato dal luppolo East Kent Golding nell'ultima fase della bollitura. Una bella schiuma bianca, un corpo leggermente scarico ma, nel complesso, una birra ben riuscita, e per essere la prima AG è ottimamente riuscita!
Ci si può certamente lavorare, il corpo va aggiustato, l'alcool è un pochino scappato via salendo di mezzo grado oltre il voluto, e magari un po' più di profumo la renderebbero una birra migliore. Ci lavoreremo questo sabato, dal tardo pomeriggio ci si applicherà alla seconda cotta di James Blonde.
Gli assaggi fatti fare in giro sono stati confortanti, la James Blonde è piaciuta un po' a tutti. Un bell'inizio, consapevoli del fatto che quelle buone buone restano lontane. Almeno per ora...

mercoledì 5 settembre 2012

Tante novità, in absentia


Non siamo spariti, stavamo solo lavorando per... noi.


Dopo aver brassato la Principessa, probabilmente la birra più deludente che abbiamo prodotto, abbiamo fatto uno, anzi due salti di qualità. Almeno nelle intenzioni. Abbiamo fatto qualche nuovo acquisto in attrezzature: piastra a induzione, tino di ammostamento elettrico, pentola da 70 litri, lauter tun, mulino macina grani, ecc ecc ecc. Abbiamo cambiato "sede", passando dalla mia taverna al capannone del Giangi, ci siamo ingranditi insomma... dai che mi vien da ridere...

Ma, cosa più importante, siamo passati dalla tecnica del "kit" alla tecnica E+G (estratto + grani), brassando una IPA e una Weizen. La IPA (che si chiamerà Open, Close, Turn Off, in onore del Giangi) la imbottiglieremo domani sera, la weizen è stata fatta domenica e la imbottiglieremo settimana prossima.


Al naso promettono, sicuramente danno sensazioni migliori delle altre, anche se la IPA si è un po' bloccata nella fermentazione, la FG è un po' più alta di quel che pensavo e non ne vuol sapere di ripartire. Boh, vedremo, si è fermata appena sotto i 5,5% ABV.

Non basta, siamo in pieno movimento, pienissimo, e oggi è arrivato il tanto atteso carico, l'ultimo acquisto. Si passa ufficialmente (e finalmente) alla tecnica All Grain, ed oggi è arrivato il pacco contenente malti, lieviti, luppoli... evvai! C'è il materiale per brassare 4 Porter e 4 Blond Ale, con la possibilità di variare i lieviti nella prima, e i luppoli nella seconda. Bello, bello, non vedo l'ora, anche se poi la troppa aspettativa rischia di lasciare delusi. Anche qui si vedrà.



Non è finita, dove state andando?

La pratica è sicuramente importante, ma dietro una base teorica serve. Giusto per non fare le pecore e seguire sempre e solamente le istruzioni tal quali. Perchè la birra sia buona, i vari passaggi devono essere chiari e consapevoli. Così ho frequentato un corso per degustatori, andato a buon fine per fortuna.


Si, ok, la dicitura "professionista" sul diploma fa ridere anche me, soprattutto vista la scarsa esperienza, ma per quanto basso è un punto di partenza fissato, l'arrivo è molto più in là.

Sapete una cosa? Sono davvero curioso di vedere dove arriveremo, al momento una delle certezze è che a ottobre arriveremo a Monaco di Baviera, all'Oktoberfest...

La Regale e la Principessa allungano la lista

Essendo agli albori dell'attività birricola, l'attesa dei risultati e l'aspettativa gusto olfattiva (forse un po' ottimista ed elevata) sono le peculiarità che ci accompagnano in questo momento. C'è da aspettare, le birre devono maturare, non si scappa.

Preso da foga ho comunque assaggiato dopo sole 3 settimane la Malgòn, che si è rivelata ancora molto slegata. Ero curioso e son stato punito, ma è esperienza anche questa. Un piccolo errore da scarsa  esperienza l'abbiamo comunque fatto: abbiamo travasato, ottenendo la prima weisse limpida della storia... e vabeh, si impara.

Nel frattempo han visto la bottiglia anche le ultime due creazioni, La Regale e la Principessa. La prima è una belga Gran Cru, gradazione elevata (8,5%) e 6 mesi almeno di maturazione in bottiglia, l'assaggio sarà a giugno in pratica. Di colore ambrato scuro, l'assaggio prima dell'imbottigliamento metteva in evidenza le spezie, il corpo e la gradazione, vedremo tra qualche mese.

La seconda, che abbiamo chiamato Principessa, è una Lager Heritage, color oro carico. Gradazione regolare a 4,8%, al primo assaggio tra i due travasi appariva una nota amara decisa e persistente. Al secondo assaggio "prebottiglia" invece è sparita denotando più equilibrio. Non resta che attendere i primi di marzo... uff...


Non mancano le novità però. Il primo passo, cioè l'homebrewing con le latte (estratto di malto luppolato), è stato divertente ed è certo servito, ma di fatto non si ha la possibilità di sperimentare alcunché, di cambiare, di verificare quanto ogni decisione pesi sul risultato finale. Si è quindi deciso di passare temporaneamente al metodo E+G (una via di mezzo tra estratto luppolato e All Grain), almeno per qualche birra, passando poi definitivamente al più completo, difficoltoso e glorioso All Grain. Abbiamo quindi fatto un ulteriore acquisto di attrezzatura e servirà anche una pentola più grande. Da lì si potrà ripartire, per fine mese insomma si tornerà operativi.

Con la Malgòn già in cantina, si prepara la belga...


Dopo la non brillante prova della Gofa, decisamente priva di corpo, e con una persistenza che definire minima è farle un complimento, abbiamo imbottigliato una Wheat Beer Australiana, una weisse anglosassone per intenderci. 
Consapevoli degli "errori" della prima birra, abbiamo fatto alcuni aggiustamenti. Il primo aggiustamento è stato utilizzare dell'estratto di malto secco al posto dello zucchero bianco, durante la prima fermentazione. Questo per migliorare il corpo della birra e, non meno importante, incrementare la consistenza della schiuma. Il secondo aggiustamento riguarda l'utilizzo di un lievito dedicato, più tipico per la specifica tipologia di birra, anzichè affidarci a quello già presente nella latta del kit.
Gli assaggi olfattivi e gustativi pre-imbottigliamento hanno subito denotato un miglioramento, ma è ancora presto, anche se ovviamente l'aspettativa ora è cresciuta. A Natale si farà probabilmente un primo assaggio ma è presto, fine gennaio-metà febbraio è probabilmente più adatto come periodo, la birra si sarà meglio equilibrata tra amaro del luppolo e dolcezza del malto.

Il nome di questa birra, Malgòn (da leggersi con la ò chiusa) non è altro che il nome in dialetto del frumento, essendo una weisse non potrebbe essere più adatto. 
Domani sera ci sarà un doppio evento, la belga Gran Cru che giace nel fermentatore da due settimane, verrà imbottigliata e al contempo metteremo in produzione l'ultimo kit a nostra disposizione, una Lager Heritage. Da lì in poi proviamo a fare un passo avanti, dai kit luppolati al metodo E+G. 

Ormai il dado è tratto...